mercoledì 5 febbraio 2014

2014 ANNO DELLA MEDIAZIONE

Nel corso dell’anno 2013 la politica e le istituzioni hanno dimostrato un interesse sempre maggiore per l’istituto della Mediazione civile e commerciale, da un lato per la convinzione che risolvere una controversia decidendone le sorti nell’ambito di un accordo sia più conveniente che subire una sentenza imposta da un soggetto terzo nell’ambito di giudizio, dall’altro perché l’istituto è considerato un concreto strumento deflattivo del carico di lavoro dei tribunali, che grava sulla collettività in termini di costi e di qualità del “servizio giustizia”.

Il 2014 è destinato a rappresentare, per la giustizia civile, l’anno dell’affermazione dell’istituto della mediazione: nel mese di gennaio, infatti, le evidenze del cambiamento in corso sono riscontrabili in diverse iniziative istituzionali e politiche.

Particolare evidenza merita l’attività legislativa dell’On. Sen. Gabriele Albertini, che, con il dott. Ivan Giordano, sta sostenendo in Parlamento una proposta di legge in favore dello sviluppo del ricorso alla mediazione civile quando una parte è titolare di Partita IVA: tale proposta di legge prevede, fra l’altro, l’obbligatorietà del tentativo di conciliazione per controversie che hanno come parte almeno un titolare di partita iva

Non solo in Italia ma in tutta Europa l’anno 2014 vedrà l’affermazione dell’istituto della Mediazione e delle tecniche di risoluzione alternativa delle controversie: lo scorso 20 gennaio 2014 a Bruxelles è stato presentato lo studio dell’Europarlamento sull’attuazione della direttiva in materia di mediazione delle liti civili e commerciali al quale hanno lavorato, fra gli altri, il Ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri, il Primo Presidente della Corte di Cassazione Giorgio Santacroce e il Vice Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura Michele Vietti.
E’ emerso che il modello italiano di “mediazione obbligatoria mitigata”, grazie al la possibilità di abbandonare la procedura nel corso del primo incontro con il mediatore, è destinato a rappresentare un punto di riferimento per tutti i paesi membri.
Infatti da Strasburgo, l’Europarlamentare Arlene McCarthy, Vice Presidente della Commissione Affari Economici e Monetari, ha già inviato comunicazioni formali di congratulazioni al Governo italiano, e in particolare al Ministro Cancellieri, per avere creato un modello di mediazione, a quanto risulta, “da cui l’intera Unione Europea deve imparare”.

Nel rispetto del principio comunitario della sussidiarietà, ciascuno Stato Membro potrà scegliere le politiche del diritto preferite per raggiungere la equilibrata relazione tra mediazioni e processi, oggi fissato in 20 a 100; in mancanza di risultati concreti e misurabili sul versante del numero delle mediazioni ogni anno, la Direttiva andrebbe comunque considerata come non rispettata da quello Stato, su cui graverebbe pertanto un obbligo immediato di potenziare tali politiche; ecco perché il modello italiano e la reintroduzione dell’obbligatorietà rappresentano un punto di riferimento per la Comunità Europea.


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