La fine dell'anno rappresenta spesso un buon momento di
riflessione, di bilanci e di buoni propositi: proviamo perciò a seguire le
tappe dello sviluppo dell’istituto della mediazione civile in questo 2012.
Ad inizio anno si attendeva una partenza dell’istituto che è stata
più volte ritardata: fiduciosi abbiamo approvato il passaggio all’obbligatorietà
di numerose materie civili, da ultimo le liti condominiali e le problematiche
legate alle RC Auto. Segnali incoraggianti di buona volontà del Governo Monti
che hanno fatto bene sperare per uno sviluppo dell’istituto della mediazione
civile.
Tuttavia la mediazione civile non ha mai incontrato il favore
della classe forense che ha deciso sin dai primi tempi di dare battaglia all’istituto,
cercando di smantellare pezzo per pezzo la riforma: ridurre i tempi del
procedimento di mediazione da 4 a 2 mesi, rendere la mediazione facoltativa e
gratuita e ridurre le materie di competenza dei mediatori, ad esempio
eliminando la successione.
La lunga attesa della decisione della Corte Costituzionale circa
la legittimità costituzionale dell’obbligatorietà della conciliazione, la
insolita comunicazione della sentenza negativa attraverso un comunicato stampa
ed infine, ad un mese di distanza, la pubblicazione della sentenza con cui la
Corte costituzionale bocciava la mediazione obbligatoria hanno eroso la
credibilità dell’istituto e provocato un rallentamento considerevole
dell'attività.
L'anno, infine, si è concluso con l'inammissibilità
dell'emendamento proposto nel Decreto Sviluppo: emendamento che in Senato era
stato ripreso e modificato più volte, e dopo numerosi tentativi volti a
ristabilire in tutta fretta l'obbligatorietà della mediazione. Tutto questo avviene
sotto lo sguardo attonito e inerme del
Ministero di Giustizia, Paola Severino, che per si trincera nel silenzio e preferisce
non prendere posizioni, e si riserva di verificare la possibilità di
reintrodurre la mediazione in futuro. Di pochi giorni fa la notizia delle
dimissioni del Governo Monti: la partita della mediazione obbligatoria rimane
ancora da giocare.
Sicuramente l'obbligatorietà dell'istituto costituisce un vincolo per un privato cittadino che dovrebbe avere sempre e comunque libertà di scelta: l'accesso alla giustizia dovrebbe sempre, a mio parere, essere facilitato e non reso difficoltoso.
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